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La legalizzazione del CBD

In questo articolo tratteremo di come si è arrivati alla legalizzazione di alcuni tipi di piante e degli effetti che queste hanno sul nostro corpo.

Per colpa di tanta disinformazione che circola, dovuta anche al proibizionismo ed ai pochi studi scientifici fatti sulla marijuana, in pochi conoscono esattamente i principi attivi presenti all’interno dei fiori e i loro benefici. 

La cannabis è una delle piante più misteriose e affascinanti presenti sul globo terrestre, di cui adesso andremo ad approfondire la storia, partendo dalla differenza dei suoi principali principi attivi, il THC e il CBD.

In natura, questi due principi attivi, nella pianta sono contenuti in quantità e proporzioni variabili e questo fa sì che quando vengono assunti abbiano degli effetti diversi sul nostro organismo. 

Il THC prende il sopravvento in quanto è contenuto in percentuale maggiore rispetto al CBD, ricordandoci che il primo è un principio attivo psicoattivo, cioè capace di alterare lo stato di coscienza di chi lo assume, il secondo è invece semplicemente uno stimolatore di guarigione.

Attraverso diversi studi, ricerche ed esperimenti si è riusciti a creare, quella che oggi conosciamo come cannabis light, che è diametralmente l’esatto opposto di quello che troviamo in natura, in quanto in questa sostanza la percentuale di CBD è maggiore rispetto al THC.

In considerazione che in Italia è illegale acquistare un infiorescenza che abbia una percentuale di THC maggiore dello 0,6%, e che nulla viene detto per quanto riguarda la percentuale di CBD, poiché quest’ultimo non produce alcun tipo di effetto negativo sul nostro corpo, si sa che quando la cannabis rispetta questi parametri viene considerata legale. 

Ma facciamo un passo indietro, ripassando un po’ quali sono stati i punti rilevanti della storia della cannabis. 

La cannabis esiste e viene utilizzata/consumata praticamente da sempre, già gli imperatori cinesi nel 2727 a.C. ne facevano uso, come anche gli antichi romani e greci. 

Nacque, poi un prodotto derivato dalla cannabis, con gli stessi effetti e principi attivi, l’hashish. Iniziò così l’esportazione di queste piante verso le Americhe, successivamente i colonizzatori spagnoli la importarono in Cile e così via, tanto che il consumo di marijuana fa parte della nostra vita da sempre, e si stima che ad oggi ci sono 150 milioni di persone che la utilizzano. 

Nel 1884 però il Papa ne vietò l’utilizzo, ed iniziò così il periodo del proibizionismo ma che come ben si sa non ha avuto l’effetto desiderato, tanto che ad oggi sono tantissime le persone a farne uso in modo illegale. 

La cannabis è illegale in tantissimi paesi del mondo a causa degli alti livelli di THC contenuti nella pianta, poichè è questo principio attivo ad alterare i sensi e provocare lo sballo, ma nonostante questo da uno studio è risultato che 14,6 milioni di persone nel 2015 ne avevano fatto utilizzo almeno una volta negli ultimi 12 mesi. 

Ad oggi l’unica sostanza che può essere consumata ad uso personale, coltivata e venduta, secondo la leggedi riferimento che regolamenta la vendita e l’uso della cannabis light al CBD, la legge 242/2016, è la cannabis light, poiché contiene un basso contenuto di THC compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%. 

Per quanto invece riguarda la marijuana con un tasso di THC al di sopra dei limiti consentiti dalla legge si dovrà aspettare ancora prima che questa venga legalizzata, poiché prima si deve sensibilizzare la gente su tutti gli effetti positivi che questa sostanza ha, oltre quelli dell’utilizzo per sballarsi, che è poi uno dei motivi per il quale questo prodotto non viene legalizzato. 

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