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Movimento #iocoltivo

Fumare la cannabis non è reato, ma con la sua coltivazione si rischia il carcere. Nasce così la più grande campagna di disobbedienza per l’autoproduzione di cannabis in Italia.

Anche il giorno della manifestazione non è stato scelto a caso, si è svolta il 20 Aprile, che in America è il 4/20, 420 è il numero della marijuana, così nasce la giornata mondiale della cannabis.

Io coltivo è il movimento italiano lanciato da:  “Meglio Legale”, i Radicali, Dolce Vita magazine e dall’associazione Luca Coscione; a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione secondo cui non è reato coltivare con tecniche rudimentali piccole quantità di cannabis.

Sul sito della campagna vengono indicate le modalità di partecipazione a questo movimento, bisogna essere maggiorenni, recuperare un seme di cannabis e un vaso, e infine coltivare una sola pianta a testa, postando poi la foto sui social network con l’hashtag #iocoltivo. 

Viene garantita assistenza legale gratuita da parte di avvocati esperti in materia a tutti coloro che si uniscono al movimento.

Il motivo di chiedere di seminare una pianta a testa è collegato sempre a questa famosa sentenza di dicembre, dalla quale si evince che non è reato coltivare una quantità minima della pianta se è effettuata per il consumo personale. 

Così si è deciso di mandare un messaggio chiaro alle istituzioni, per far si che modifichino la legge per la quale fumare la cannabis non è reato ma coltivarla si.

Con questo movimento si vuole raggiungere la libertà di coltivazione domestica della cannabis per uso personale, ma il fine ultimo è quello della legalizzazione sotto tutti gli aspetti.

Diverse proposte di legge sono state depositate al parlamento ma allo stato attuale nessuna di queste è stata mai discussa.

È stato stimato che legalizzando la cannabis si potrebbero portare nelle casse dello stato circa 5,1 miliardi di euro, oltre che si verrebbero a creare diversi posti di lavoro a tempo pieno, come già sta succedendo in America, dove oggi si trovano occupate circa 240mila persone. 

Il movimento allo stato attuale conta più di 500 adesioni oltre ad una ventina di associazioni, ma questo dato è in continua crescita, oltre a ricevere continue richieste da parte di avvocati che si candidano per far parte dei volontari del team legale.

Gli organizzatori sono fiduciosi e pensano che questo possa essere il primo passo verso la legalizzazione e la regolamentazione della cannabis, anche se sono consapevoli che non è un percorso facile poiché ,ci sono un sacco di pregiudizi e preoccupazioni che girano intorno al mondo della cannabis, ma sono certi che con il dialogo si possa far cambiare idea anche ai più scettici. 

Non dimentichiamoci che allo stato attuale sono circa 100mila le persone che coltivano cannabis per uso personale, e sono consumatori che lo fanno o per proprio uso o per scopo terapeutico.

Considerato lo stato emergenza attuale c’è stato chi ha storto il naso sull’avere messo in risalto questa problematica in questo momento così delicato, ma anzi il movimento si fa forza proprio su questo, considerato che stiamo vivendo un  momento di fragilità economica che potrebbe favorire le mafie, questo risulta essere  il periodo adatto per affrontare questa tematica con responsabilità e riportare le risorse economiche prodotte dalla cannabis a favore di stato e cittadini. 

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